Le piante aliene sono varietà non originarie del nostro territorio. Come tali potrebbero mettere a rischio l’ecosistema autoctono. È dunque importante monitorare costantemente le piante aliene più pericolose che minacciano la biodiversità. Andiamo a conoscerne alcune e le zone più colpite dalle intestazioni.

Italia in vetta alla triste classifica

Le piante esotiche hanno un potenziale di pericolosità proprio perché per sopravvivere nell’habitat nostrano possono mettere a punto delle strategie che le rendono invasive. Questo crea problemi di tipo ambientale perché si innesca fra specie autoctone e specie aliene una vera competizione per la sopravvivenza spesso a discapito delle specie locali. Le specie più aggressive possono persino infestare raccolti o mettere a rischio edifici e soprattutto fanno lievitare i costi privati e pubblici per estirparle o combatterle. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica riporta un dato che può aiutarci a quantificare quanto sia ingente il problema: il Regno Unito ha speso, nel 2015, ben 2 miliardi di euro per la lotta alle piante invasive. Inoltre queste nuove piante possono creare danni alla salute come l’Ambrosia artemisiifolia che arriva dal continente americano e ha un grande potenziale allergenico. Un gruppo di studiosi italiani ha redatto nel 2018 una checklist delle specie esotiche comparse nel nostro Paese. Il risultato è davvero scoraggiante perché l’Italia si posiziona prima nell’Unione Europea per specie aliene, ben 1.597. Le varietà vegetali autoctone nostrane, però sono altrettanto da primato con 8.195. Le Regioni più esposte alla crescita di queste specie sono la Lombardia, il Veneto e la Toscana.

La lista nera dell’Unione Europea: le piante aliene più pericolose che minacciano la biodiversità

Con il regolamento europeo 1143/2014, l’Unione Europea ha redatto un elenco delle specie nocive da monitorare e di queste in Italia ne contiamo ben 11. Secondo l’ultimo aggiornamento del 2022 sono 88 le specie fra vegetali e animali comprese nella lista nera d’interesse unionale. Gli studiosi sono soliti distinguere le piante esotiche in base alla cosiddetta pathway ossia finalità e modalità con cui sono state introdotte. Queste ultime possono essere:

  1. release, in questo caso sono specie introdotte con uno scopo di miglioramento del territorio ad esempio per il rimboschimento o per evitare l’erosione di scarpate stradali;
  2. escape, si tratta di varietà introdotte per esser mantenute in luoghi ristretti come giardini ma poi diffusesi accidentalmente;
  3. contaminants, questo è un tipo di contaminazione involontaria e spesso avviene quando delle specie esotiche in seme sono contenute in partite di semi legali per uso agricolo, vivaistico od hobbistico;
  4. stowaway, ossia quando le specie aliene sono introdotte accidentalmente tramite vettore ad esempio sugli aerei o con le ruote di un’auto;
  5. corridor, ovvero quando una volta introdotte, le piante si avvalgono di canali già esistenti naturali o artificiali come canali o linee ferroviarie;
  6. unaided, cioè quando la diffusione avviene per via del tutto autonoma.

Cosa si può fare per prevenire l’importazione di piante invasive

Ovviamente la lotta alle piante esotiche invasive non è compito del privato cittadino. Gli esperti hanno però individuato delle best practices che sono attuabili sia dagli agricoltori sia dai privati cittadini. Le specie aliene per insediarsi approfittano di condizioni alterate della flora autoctona. Ad esempio se c’è stato un disboscamento o altri episodi che hanno compromesso la copertura verde è bene procedere con nuove semine e piantagioni. Nello store Tecniverde troverai ampia scelta di sementi e bulbi sementi e bulbi e accessori per la semina. Altra azione importante da attuare, soprattutto per i professionisti che si occupano di manutenzione del verde attorno a strade ed autostrade è la pulizia dei macchinari. Infatti molto spesso può capitare che nel telaio o sulle ruote di tosaerba e decespugliatori possano rimanere dei residui di semi, rizomi o radici di piante esotiche che potrebbero esser trasportati anche a chilometri lavorando ad altri cantieri. Ulteriore modo per contrastare la diffusione di piante aliene è l’utilizzo di compost industriale, dato che quest’ultimo a differenza di quello domestico, è sottoposto a trattamenti termici che rendono inattive le parti che potrebbero propagare piante amiche ma anche quelle nocive. Da Tecniverde trovi un prodotto sicuro quale il Biostimolante Tanica Da 1 L Di Vermicompost Bio Formula Liquida che è adatto anche alle coltivazioni biologiche.
In caso di segnalazioni si può contattare il Servizio Fitosanitario Regionale.

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