Che cos’è l’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus spiniferus) e la Fumaggine degli agrumi e come curarla.
L’ Aleurodide Spinoso degli agrumi (Aleurocanthus Spiniferus) è un piccolo insetto lungo meno di due millimetri, originario dell’Asia tropicale. Data la sua rusticità si è diffuso anche nell’Asia sub-tropicale, in Africa, in America centro-meridionale e, da poco più di un decennio, anche in Europa. Infatti, nel 2008, l’Aleurocanthus Spiniferus è stato segnalato per la prima volta nel Salento e precisamente sugli agrumi di alcuni giardini di Supersano. Da qui, nel giro di pochi anni, si è diffuso un po’ in tutta la Puglia e, negli ultimi anni, è stato segnalato anche a Salerno, a Roma, nella provincia di Matera e nelle provincie di Bologna e Modena, fino al ritrovamento in Toscana nell’area urbana di Prato nel 2020. In Europa è presente anche in Grecia, Bulgaria, Montenegro e Croazia. Essendo un insetto molto dannoso, da subito è stato considerato dalla normativa europea come parassita da quarantena e inserito nella lista A2 dell’EPPO (European and mediterranean plant protection organization). Per ciò, se dovesse presentarsi sugli agrumi di altre regioni, si ha l’obbligo di segnalarlo al Servizio Fitosanitario Provinciale o Regionale di competenza.
L’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus Spiniferus) degli agrumi , dal punto di vista sistematico, è molto vicino alla Mosca bianca delle serre (Trialeurodes vaporariorum) e alla Mosca bianca del tabacco e degli orti (Bemisia tabaci). In diverse zone vengono chiamate anche “Farfalline bianche”. In realtà non sono né mosche (Ditteri) e né farfalle (Lepidotteri), ma sono dei Rincoti, ossia insetti con apparato boccale pungente o meglio perforante succhiatore, attraverso il quale si nutrono della linfa elaborata prodotta dalle foglie.
L’insetto, oltre a tutte le specie di agrumi, attacca numerose altre piante come il pero, il cotogno, la vite, il kaki, il melograno, la rosa, l’edera, la vite del Canada, il biancospino e molte altre.
Gli adulti di Aleurocanthus Spiniferus hanno forma affusolata, ali grigie con delle piccole macchie bianche, interamente ricoperte da una fine polverina cerosa e, se molestati, spiccano brevi voli a zig-zag
(foto 1)
(foto Francesco Porcelli – DiBCA sez Entomologia e Zoologia – Università Bari photos.eppo.org)
Le femmine depongono decine di uova sulla pagina inferiore delle giovani foglie.
Le uova sono oblunghe e leggermente arcuate, di colore giallo chiaro (Vedi foto 1)
Le forme giovanili dell’insetto, neanidi e ninfe, si fissano sulla pagina inferiore delle foglie e vi rimangono, intente a nutrirsi, fino allo sfarfallamento dell’adulto. Esse sono ellissoidali, nerastre, ricoperte da numerosi processi allungati e appuntiti, da cui il nome “A. Spiniferus”, circondate da una evidente frangia bianca di natura cerosa (vedi foto 2).
(foto 2)
(foto M.A. van den Berg, ITSC, Nelspruit, South Africaphotos.eppo.org)
L’azione dannosa dell’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus Spiniferus) non è tanto data dalla sottrazione di linfa elaborata dalle foglie ma è dovuta alla notevole emissione di melata; liquido appiccicoso ricco di zuccheri, che ricopre tutti gli organi della pianta e in modo particolare le foglie e i frutti. Su questa melata si vengono a sviluppare funghi saprofiti che, seppure non parassiti, formano una spessa patina nera di micelio fungino sui medesimi organi chiamata per questo “Fumaggine” (vedi foto 3).
(foto 3)
(Aleurocanthus Spiniferus e Fumaggine su Limone) (foto di Giovanni Paolo Grande classe V^ B – Istituto Tecnico Agrario “Presta Columella” – Lecce)
Di conseguenza, la crosta nera che ricopre le foglie inibisce la fotosintesi clorofilliana, in quanto non fa penetrare i raggi solari, con scarsa produzione di sostanze organiche e zuccheri che servono principalmente a nutrire la radice e a maturare i frutti. Questi ultimi, rimanendo piccoli, aciduli e ricoperti di fumaggine, non vengono accettati dal mercato.
L’intera pianta ne risente moltissimo subendo una marcata defogliazione anche se raramente porta alla sua morte.
La Fumaggine, oltre che sugli agrumi, la possiamo osservare su molte altre piante coltivate e ornamentali dovuta a diversi altri parassiti che, anch’essi, emettono una grande quantità di melata, come Afidi o Pidocchi delle piante, Cocciniglie, Psille, ecc..
L’ Aleurocanthus Spiniferus (compie da 3 a 6 generazioni l’anno). Una generazione impiega circa tre mesi per completarsi.
L’insetto trascorre l’inverno come ninfa di III e di IV età e, seppure sensibili alle basse temperature, molte di esse sopravvivono, sfarfallando nella primavera successiva. Le generazioni si susseguono e si sovrappongono fino all’autunno.
Gli adulti non volano per lunghe distanze e la diffusione spesso è dovuta all’uomo con il commercio di frutti con foglie o di piante infestate.
Per programmare un’adeguata strategia di lotta integrata contro l’Aleurocanthus Spiniferus è molto importante monitorare la sua presenza e valutare la sua popolazione sulle piante. Nel Salento, negli ultimi anni, si stanno registrando infestazioni sempre più contenute, probabilmente per la selezione di alcuni suoi antagonisti naturali. Tra questi ricordiamo i parassitoidi Encarsia smithi (vedi foto 4) e Amitus hesperidum e i predatori Clitostethus arcuatus ed Oenopia coglobata. In Italia, risultati positivi si stanno ottenendo con il predatore coccinellide Delphastus catalinae.
(foto 4)
Dal punto di vista agronomico come prevenire l’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus spiniferus)
Per prevenire l’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus Spiniferus) è opportuno eseguire annualmente le potature ordinarie eliminando gli organi superflui come succhioni e polloni al fine di arieggiare maggiormente ed illuminare la chioma, in modo tale da creare condizioni sfavorevoli all’insediamento dell’insetto. Negli ambienti urbani è opportuno intervenire con potature di risanamento asportando le parti più infestate, bruciandole in loco. Inoltre è consigliabile effettuare concimazioni equilibrate o meglio più ricche in potassio per rendere le piante più resistenti agli attacchi parassitari; l’eccesso di azoto comporta la caduta dei fiori e una vegetazione esuberante che predispone la pianta a malattie e danni da parte di agenti biotici ed abiotici.
La lotta chimica contro l’Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus Spiniferus) guidata prevede l’utilizzo di determinati prodotti o principi attivi in funzione dei contesti ambientali e del tipo di coltivazione se biologica o convenzionale, sempre al superamento della soglia economica d’intervento. In ogni caso si consiglia di fare precedere i trattamenti da un lavaggio della chioma con acqua e tensioattivi (bagnanti) o meglio con Sali di potassio di acidi grassi o Sapone molle o con Sapone di Marsiglia. Questi prodotti, consentiti anche in agricoltura biologica, oltre ad uccidere gli insetti per asfissia e ad eliminare la fumaggine, sono molto efficaci e s’impiegano principalmente per asportare la melata che protegge il parassita. In questo modo si favorisce l’attività dell’eventuale insetticida che si può impiegare appena si asciugano le foglie. Attenzione: non bisogna trattare nel modo più assoluto durante la fioritura e, se si usano saponi alcalini, è importante sciacquare la chioma con acqua prima di trattare con un insetticida, per evitare l’inattivazione del principio attivo.
Tra questi ricordiamo:
- OLIO MINERALE: detto anche olio bianco, è uno dei rimedi autorizzati anche in agricoltura biologica. È un prodotto adatto ad abbattere la popolazione di numerose famiglie di insetti come Aleurodide Spinoso (Aleurocanthus Spiniferus) le deriva dalla raffinazione del petrolio che processato viene liberato dalle sostanze più tossiche. Il principio di funzionamento di questo prodotto è di tipo fisico, infatti, una volta spruzzato sui parassiti, andrà a causare la morte per asfissia in quanto ottura i loro spiracoli tracheali. L’olio minerale può essere utilizzato anche d’inverno contro le ninfe svernanti ed ha una buona azione anche contro la fumaggine. Per tutti i trattamenti si consiglia di bagnare bene tutta la chioma, dirigendo il getto dal basso verso l’alto, per meglio colpire i parassiti, e poi dall’alto verso il basso, per bagnare il micelio della fumaggine. E’ opportuno trattare nei momenti più freschi della giornata al fine di evitare fenomeni di fitotossicità.
- AZADIRACTINA – L’Azadiractina è un insetticida naturale estratto dai semi di una pianta dell’India tropicale, l’albero di Neem (Azadirachta indica). Agisce per contatto e ingestione ed esplica la sua funzione come regolatore di crescita inibendo la muta e di conseguenza lo sviluppo degli insetti; possiede anche azione disappetente e repellente. Viene assorbito dalla pianta ed è dotato di azione sistemica. E’ opportuno effettuare il trattamento alla prima comparsa dei parassiti, nelle ore fresche e poco luminose della giornata, ripetendolo ogni 8/15 giorni in funzione dell’infestazione, per massimo tre volte l’anno.
- PIRETRO – Il Piretro è una sostanza naturale, estratta da una margherita africana, Chrysanthemum cinerariifolium; è un insetticida ad ampio spettro, ammesso in agricoltura biologica. La sua azione è per contatto e ingestione, oltre ad avere una buona efficacia come repellente.
- SULFOXAFLOR – Insetticida non bio che agisce per via sistemica muovendosi all’interno del sistema vascolare della pianta. L’insetto succhiando la linfa ingerisce anche il principio attivo che agisce oltre che per ingestione anche per contatto ed esplica la sua azione a livello del sito dell’acetilcolina, determinando la morte dell’insetto in poche ore.
- ACETAMIPRID – Si tratta di un principio attivo contenuto in insetticidi non autorizzati in agricoltura biologica. Il prodotto agisce prevalentemente per ingestione a livello del sistema nervoso, interferendo sulla sintesi dell’acetilcolina; è compatibile con la Poltiglia bordolese e gli altri rameici ed il suo impiego è vietato in fioritura, regola valida per tutti gli insetticidi, questo perché determinerebbe la moria degli insetti impollinatori.
- ABAMECTINA – E’ un insetticida acaricida che agisce a basse dosi per ingestione. È dotato di una forte attività trans-laminare che ne consente un accumulo nella foglia creando una riserva che in fase di alimentazione verrà assunta dal fitofago. L’Abamectina determina dapprima paralisi muscolare per poi portare alla morte il parassita. il tempo massimo di mortalità si aggira attorno ai 3 giorni.
- SPIROTETRAMAT – E’ un insetticida a doppia sistemia, ovvero si muove nei tessuti xylematici e floematici della pianta. La sua azione si svolge per ingestione e l’attività insetticida si manifesta dopo l’assunzione inibendo il completamento della muta negli stadi giovanili. E’ un insetticida che rispetta gli insetti utili ed inoltre è selettivo sugli insetti impollinatori.
- POLTIGLIA BORDOLESE, OSSICLORURO E IDROSSIDO DI RAME: Non sono insetticidi ma fungicidi e batteriostatici. Si possono utilizzare contro la fumaggine dopo aver combattuto l’Aleurodide spinoso al fine di garantire una maggiore pulizia delle foglie e dei frutti;
Ovviamente questi rimedi consigliati sono solo alcuni di quelli che si possono utilizzare per la Fumaggine. Si raccomanda la massima prudenza nell’impiego dei fitofarmaci, sia di libera vendita e sia professionali e si ricorda che è indispensabile l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Inoltre è sempre opportuno farsi consigliare dall’agronomo di fiducia il prodotto più adatto alle proprie esigenze.